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Il 2022 volge al termine, ci aspettano mesi sempre più intensi. Una buona pianificazione potrà aiutarci ad essere ancora più connessi, performanti e produttivi. Per tutti i clienti, fornitori ed amici di Alias in arrivo un piccolo omaggio, come da tradizione, il nuovo CalenDario Alias 2023.

Ormai una tradizione, che si consolida e si rinnova puntualmente ogni anno e che ci accompagnerà giorno dopo giorno, settimana dopo settimana lungo tutti i 12 mesi del 2023. In un’epoca dove il digitale prevale sull’analogico un calendario tradizionale (cartaceo e da muro) potrebbe sembrare anacronistico e invece è ancor oggi un prezioso strumento per aver sott’occhio scadenze, impegni, appuntamenti, consegne e ovviamente anche ferie e festività.


Ma Alias guarda al futuro e apre le porte al nuovo anno mettendo in cantiere anche novità digitali. Dalle ambientazione 3D navigabili a 360 gradi (con all’interno porte e grate della nostre collezioni) sino al rilascio nel corso del 2023 di un nuovo strumento per restare connessi con i vari reparti aziendali. Una App – attualmente in fase di sviluppo – pensata per migliorare e velocizzare tanto i feedback commerciali quanto agevolare le operazioni di reportistica e consultazione dei database di Alias.

In attesa di ricevere il CalenDario 2023 di Alias ecco alcune curiosità sul nostro calendario, quello che utilizziamo in Europa e che è convenzionalmente diffuso in tutto l’occidente.

Il calendario gregoriano

O più semplicemente “il calendario”, così come lo conosciamo oggi, ha subito secolo dopo secolo numerose variazioni. Sappiamo che un anno solare è di fatto il tempo che il nostro pianeta impiega per fare un giro completo intorno al Sole. L’anno inizia il primo gennaio e termina dopo 365 giorni, il 31 dicembre. Capodanno cade quindi il 1° gennaio ma in passato il primo giorno dell’anno era il 21 marzo perché coincideva allora (così come oggi) con l’equinozio di primavera.

Durante il medioevo molte città avevano un Capodanno diverso ma nel 1582, con l’introduzione del calendario gregoriano, il Capodanno venne spostato al 1 gennaio e ben presto fu adottato da tutti i paesi occidentali. Febbraio ha 28 giorni, ogni 4 anni diventano 29. Ma perché proprio febbraio è bisestile e non giugno o novembre? Perché l’anno, in passato, cominciava proprio il 21 marzo, quindi febbraio rappresentava l’ultimo giorno dell’anno precedente. Quando gli astronomi dell’epoca hanno capito che un anno non durava esattamente 365 giorni hanno aggiunto quel giorno in più a febbraio per compensare il conto. Da oltre 500 anni siamo quindi abituati a trascorrere tre anni da 365 giorni e un quattro anno bisestile da 366. Questo perché il nostro pianeta impiega circa 365 giorni e 6 ore per un giro completo intorno al sole. Aggiungiamo quindi ad arte al nostro anno standard un giorno in più, il 29 febbraio, per recuperare quelle 6×3+6 ore. Queste 6 ore annuali di differenza, in passato, non erano state calcolate con esattezza, pertanto quando nel ‘500 si sono accorti di questo gap temporale (che corrispondeva a circa 10 giorni complessivi di dilazione sul calendario precedentemente in uso all’epoca) decisero – in un colpo solo – di recuperare ben 10 giorni. Nella notte del 5 ottobre 1582 i nostri avi andarono a dormire per poi risvegliarsi all’alba della mattina del 14 ottobre.

Allo stesso tempo è interessante capire come mai alcuni mesi hanno 30 giorni e altri 31. I motivi, questa volta, non sono astronomici né scientifici bensì storici e talvolta religiosi. I mesi di luglio e agosto erano più importanti per i romani in quanto dedicati a Giulio Cesare e Augusto ed era per onorare queste due apicali figure storiche che sono stati fatti durare 31 giorni.